“La
Voce Cattolica”, 7 ottobre 1882, n. 114
Incendio.-
Una lunga lettera da Balbido, troppo lunga per essere stampata
intera, ci descrive un incendio scoppiato la notte del 2 corr. nella
canonica e che si estese anche a qualche piccolo stabile annesso
distruggendo ogni cosa a 6 povere famiglie. L'utile opera prestata
dai pochi pompieri fa scrivere al corrispondente:
“Speriamo
che questi recenti incendi (N. 5) verranno a far meglio apprezzare e
quindi a promuovere questa sì benefica istituzione, che aumentata in
numero e ben addestrata, può, in simili emergenze, essere di tanto
vantaggio, ed insieme di tanto conforto e sicurezza per questi paesi,
che, in parte coperti ancora a paglia, versano in un continuo
pericolo...
“Se non
fossero ancor freschi gl'immensi guasti cagionati dalle testé
passate inondazioni, dai quali resta eclissata questa nostra
sciagura, ardirei raccomandare queste sei povere, poverissime
famiglie alla pubblica beneficenza, ma per questa volta ci sarà
gioco forza rimetterci unicamente in mano della Provvidenza,
acconsentendo di buon animo che i frutti della pubblica carità
vengano devoluti a coloro che forse versano in condizioni più
lagrimevoli delle nostre, sebbene non scorga differenza nell'essere
spogliate di una casa o dall'acqua, o dal fuoco. Per questa volta
penso non avremo a nostro confronto che il solatium miseris socios
habere malorum”.