giovedì 10 ottobre 2013

Memorie di Fiavé e delle Giudicarie

"La Famiglia Cristiana", 9 giugno 1893, n. 66

Memorie di Fiavé e delle Giudicarie. E' un elegante opuscolo scritto dal ch. don Luigi Baroldi, curato di Campi, e dedicato, anche a nome del Comune di Fiavé, delle famiglie cooperative delle Giudicarie, del consiglio distrettuale di Santa Croce e degli amici, al rev. don Lorenzo Guetti, in occasione che quest'ultimo prendeva possesso della curazia di Fiavé.
L'autore di questa interessante monografia, conosciuto già favorevolmente nel nostro Trentino come geologo appassionato, divide questo suo nuovo lavoro in tre capitoli: nel primo tratta della torbiera di Fiavé e delle abitazioni lacustri, e nel secondo della fedeltà dei giudicariesi ai principi vescovi di Trento: il terzo contiene un mazzo bene scelto di notizie speciali riguardanti il paese di Fiavé.
Il primo capitolo, che rivela subito lo studioso dello Stoppani e la competenza geologica dello scrivente, spiega con molta copia di dati statistici e con stile facile e spigliato il processo torboso avvenuto nel piccolo lago di Fiavé, scomparso cinquant'anni fa. Parlando degli scavi praticati in quel luogo e degli oggetti ivi venuti alla luce, l'A. tratta delle abitazioni lacustri, e viene a conchiudere che forse gli Aborigeni, i Latini e gli Umbri, i quali fondarono le più antiche palafitte sul Benaco, possono essersi avanzati nelle Giudicarie ed aver piantato anche quelle scoperte a Fiavé. Il r. don Baroldi approfitta poi quì dell'occasione che gli si porge opportuna per combattere coloro, che nell'esistenza delle palafitte credettero di trovare un nuovo argomento con cui impugnare le nostre credenze religiose; e seguendo lo Stoppani dice che a tali abitazioni lacustri non si può assegnare un' età inferiore ai 2000-1600 anni prima di Cristo.
Bellissimo il secondo capitolo riguardante l'avita fedeltà dei giudicariesi ai principi vescovi di Trento. In questo il ch. A., con molta copia di dati storici ci mostra i suoi compatriotti combattere già dal 1161 all'ombra del vessillo Dio e Patria, prima contro i ribelli ch'erano insorti contro S. Adalpreto, poi contro quelli che volevano cacciare il vescovo Corrado, - contro i nonesi, che, sobillati dal figlio di Mainardo conte del Tirolo, nel 1261 erano discesi contro Trento, - contro i Seiani, dinasti della valle di Cavedine, nemici del vescovo e fautori di Mainardo e d'Ezzelino (1273), - contro lo Scaligero di Verona nel 1302, - contro il celebre Gattamelata, generale veneziano, presso la torbiera di Fiavé nel 1439, - al tempo di Bernardo Clesio e della guerra dei contadini ecc. ecc. La costante fedeltà dei giudicariesi ai Pr. V. di Trento venne da questi ampiamente ricompensata con parecchi importanti privilegi.
Il terzo capitolo, che riguarda specialmente il paese di Fiavé, patria dell'egregio A., è ricco di notizie locali, cavate diligentemente da documenti storici.
Questa memoria tiene un posto distinto fra le altre pubblicazioni di questo genere; del che facciamo le nostre congratulazioni al ch. A., augurandoci che ci regali ancora dei suoi interessanti lavori.