lunedì 21 aprile 2014

L'offerta di un emigrato per la sacrestia di Deggia

La Famiglia Cristiana, 21 dicembre 1896


S. lorenzo, 18
(Lode al merito) Quantunque le ristrettezze economiche che lamentiamo risentano il contraccolpo di eco dolorosa nella una volta fiorente America, pure non fanno colà difetto anime generose e caritatevoli, che postergati i propri bisogni si ricordano di quelli materiali e religiosi dei propri compatriotti dopo aver racimolato colà un sudato obolo.
La prova più evidente che l'amore alla religione in generale, ed a Maria in particolare, non si scorda per mutar di tempi, luoghi e vicissitudini dagli animi cristianamente educati, l'abbiamo avuta in questi giorni sacri all'Immacolata.
Quella buona persona, che pur volendo celarsi sotto l'anonimo, ed a chi ci rimetteva la sua caritatevole elargizione vietava di palesarla, sappia che la elemosina trasmessaci per l'erigenda sagrestia di Deggia ci giunse proprio opportuna. Per qualche vecchia scadenza ci trovavamo in gravi e prolungate angustie, e ci siamo ridotti con grande fiducia alla Consolatrice degli afflitti, interessando tante buone persone a pregare onde ottener soccorso pei presenti e futuri bisogni.
La cara nostra mamma precorse, si può dire, il desiderio, giacché abbiamo ricevuto come soccorso venutoci dal cielo, ad imitazione di quello di Elia, l'avviso che una persona dalla lontana America metteva a disposizione della fabbriceria f. 30 a favore della nuova sagrestia. Ci siamo affrettati di dare la consolante notizia al laborioso vegliardo fabbriciere Lorenzo Giuliani, il quale con altri ben intenzionati, il giorno stesso che si compiva l'ottavario dell'Immacolata, brandiva le arruginite leve e il piccone per cominciare lo sterro dei sassi, onde gettare le fondamenta alla necessaria sagrestia e rispettiva torricella.
Con questo cenno si convincerà l'egregio benefattore che non lasciamo dormire il danaro elargitoci, ed in pari tempo, ringraziando, l'assicuriamo che quando il giornale, a mezzo del suo confidente, giungerà nelle sue mani, la preghiera dei beneficati sarà salita gradita al trono di Maria per lui e la sua diletta famiglia.
Rinnoveliamo qui, con viva compiacenza, i nostri ringraziamenti al depositario de' suoi segreti, Rigotti Luigi di Prusa, provvido zelatore del santuario di Deggia, e lo preghiamo a volersi fare interprete dei nostri sentimenti presso il benefico incognito.
Tutti poi i numerosi benefattori compatrioti e stranieri sappiano, che o molto o poco che offrano, sono compresi nel numero di coloro pei quali, e vivi e morti, si offrono settimanali preghiere e Comunioni in quella attraente Chiesa.
Pur troppo le condizioni economiche, sì angustiose per tutti, non consentono più le larghezze d'altri tempi. Ma il quomodo potueris, ita esto misericors delle sacre pagine, quadra al caso nostro; giacché nulla è poco a chi non ha nulla, e tale è la nuova Chiesa; come tutto è molto agli occhi di chi guarda più al cuore che alla mano; e tale è Dio, a cui si dà dando alla sua dilettissima Madre, la quale dal trono erettole in Deggia, nel suo muto ma eloquente linguaggio, a tutti i presenti e futuri, stendendo le amorose sue mani precisamente verso la parte ove sorgerà la sacrestia e campanile quale parte complementare dell'edificio, par che dica: "Ecco una parte tributaria del sudato obolo de' mie cari figli sparsi sulle immense distese americane".
Un riconoscente