sabato 3 maggio 2014

L'incendio di Praso del 1870

La Gazzetta di Trento, 1 febbraio 1870

-(Ancora sull'incendio di Praso)
-Ulteriori notizie pervenuteci da Condino sull'incendio avvenuto il 25 perd. mese in Praso in quel Distretto, ci danno i seguenti ragguagli su quel disastro.
Novanta furono le famiglie danneggiate, delle quali assicurate solo sessantatre per la somma di fior. 20,000; risultando il danno approssimativamente a f. 90,000.
I danneggiati resi privi di tutto, vennero collocati parte presso le famiglie salvate, e parte nei cosidetti "volti" delle case rimaste, essendo la maggior parte miseri, e meritevoli di soccorso.
L'origine di tale disastro si fu, l'avere il sarto Vigilio Bom d'anni 63 nativo di Praso, posta una pietra (quadrello) arroventata nel letto, onde riscaldarlo, ed accortosi, che il medesimo cominciava ad abbruciare il pagliariccio, lo portava fuori nell'anticamera, la quale essendo una specie di fienile prese ad accendersi, appiccando il fuoco a tutte le case circonvicine. Dietro il segnale dato colla campana del disastro, accorsero suol luogo, gran numero delle persone dai masi circonvicini, con due macchine idrauliche, una di Daone e l'altra di Roncon, comparendo poco dopo anche il signor Gennari, Capitano distrettuale di Tione, il signor giudice Matturi di Condino, oltre l'I.R. Gendarmeria che colle sue prestazioni in uno agli accorsi riuscì preservare dal fuoco circa 20 case.
In causa dello spavento periva nel medesimo giorno il Sarto Vigilio Bom origine dell'incendio, ed il giorno 26 successivo una sua vicina certa Loli Bona d'anni 65.
Nell'estinzione dell'incendio, meritano particolare encomio i gendarmi al posto di Condino, che salvarono tre donne, le quali al certo sarebbero rimaste sotto le rovine della casa ove abitavano.
Cartolina da Praso, 1958