giovedì 1 maggio 2014

La processione e la partenza di don Guetti

La Famiglia Cristiana, 31 maggio 1893

Giudicarie esteriori, 23
(Nostra Signora del S. Cuore a Quadra - Il papa e gli incendiati di Marazzone - Consolazioni e lagrime - Speranza e desiderio)

Ritorno in questo momento dalle alture di Quadra, dopo aver passato colà due ore e mezzo di solenne e commovente festività religiosa, che non si dimenticherà sì presto. Si trattava della prima processione colla nuova statua di Nostra Signora del S. Cuor di Gesù; statua e festività che vanno pure a ricordare la partenza di quel primissario curato don Lorenzo Guetti. A ore tre e mezzo cominciava il sacro rito colla recita del s. Rosario, presieduto dal m. rev. paroco locale don Gio. Batta Lenzi, coll'assistenza del curato di Cavrasto don Volani e di don Luigi Bellotti, mentre il curato di Quadra come cerimoniere dirigeva quell'insolito e straordinario assembramento di popolo. Senza contare i numerosi forestieri, tutta la popolazione di Bleggio si avea data la posta a Quadra, e non esagero asserendo che più di 1500 persone assistevano a questa cara festività. Finita la terza parte del Rosario, ed intuonatesi le litanie della B.V. in gregoriano, cominciò la sfilata per la processione. Precedeva il s. Crocefisso portato dal Capovilla, confratello del SS. in mezzo a due altri con candela, indi i ragazzi col loro maestro, poscia gli uomini, i confratelli del SS. sacramento, il coro del paese, in fine la statua di N. Signora e il clero; dopo di questi seguiva il sesso femminile con alla testa un coro di ragazze, e le fanciulle della scuola tenute in ordine dalla maestra, indi le consorelle del SS., e il resto delle donne in fila lunga e compatta.
Veduta della Quadra, anni '30
Il rosario veniva recitato ad ogni tratto della processione da' confratelli e consorelle, mentre i due cori degli uomini e  delle donne andavano ripetendo ed intercalando una serie di laudi popolari in onore della B.V. Il suono de' sacri bronzi, il fragore de' mortaretti compivano l'imponente ceremonia. Le ville tutte per cui passava la sacra immagine erano addobbate da coperte, frondi, fiori ed archi. Solo Marazzone, nella sua triste desolazione, aveva le lagrime; que' residui anneriti dal recente incendio invocavano da N. Signora una speciale benedizione, e questa venne improvvisa, inaspettata. Arrivata la processione alla cappella di S. Rocco in Cavajone, e cantata la popolare canzone "Una madre abbiamo in cielo" il curato del luogo ascende il pergamo per parlare di Maria, a cielo aperto, a quell'immensa moltitudine di popolo. Ma quale la meraviglia, nel sentire anzi tutto che il Papa si ricorda di Quadra, e manda la sua benedizione ai poveri incendiati? Il curato premette, che tosto dopo l'avvenuta catastrofe dell'incendio di Marazzone, si rivolse a tutti per avere aiuto e soccorso materiale pe' suoi cari disgraziati. Che già fino d'adesso arrivarono sussidii e se ne aspettano ben maggiori; che perfino scrisse al S. Padre, non per aver denari, ma per avere aiuti spirituali, sapendo per esperienza che ove scende la benedizione del Papa tutto prospera e progredisce, ed ora ha la consolazione di preleggere la seguente lettera che fa conoscere il cuore generoso di Leone XIII anche verso i figli lontani.
"Illustrissimo Signore.
Il Santo Padre, a cui è pervenuta la lettera indirizzatagli da V.S. il 19 maggio corr., si è mostrato assai dolente per le notizie da Lei fornite intorno al disastro che ha colpito il villaggio di Marazzone in codesta parocchia. Ha quindi espresso, che imparte di cuore agli abitanti del villaggio medesimo la implorata Apostolica benedizione, estendendola altresì al costituitosi comitato di soccorso e a quanti concorreranno ad alleviare in qualsivoglia modo la sciagura di cui trattasi.
Nel renderla di ciò intesa, mi è grato dichiararmele con sensi di distinta stima.

Rev. d. Lorenzo Guetti                                                                            Roma 24 maggio 1893
Quadra                                                                                                    Aff. per servirla
                                                                                                              M. Card. Rampolla"

Indi passò a dire con accento franco ed affettuoso le lodi di N. Signora, mediatrice potente e misericordiosa presso il divin suo Figlio, e finiva coll'animare tutti alla vera divozione alla Madonna cessando dal peccato, non potendo questo giammai tollerarsi in un cuore che vuole essere divoto dell'Immacolata. L'ultima frase dell'oratore, che alludeva alla Sua partenza, e che usciva da un cuore sensibilmente commosso, strappava lagrime abbondanti all'affollato uditorio, ed in ispecie alle sue dilette ed affezionate pecorelle. Ripreso tosto il canto delle Litanie, la processione nel medesimo ordine fece ritorno alla Chiesa curaziale, nella quale venne data la benedizione colla reliquia della B.V. La sacra cerimonia si compiva dopo due ore e mezzo di durata, senza che si avesse a lamentare nissun disordine o bagordo, ma dando eloquente attestato di quella fede viva ancora robusta di cui è proverbiale il popolo giudicariese.
A serbare un ricordo ai posteri di tanta solennità, il curato del luogo faceva venire da S. Lorenzo il bravo dilettante in fotografia sig. Giovanni Brunelli, il quale, dopo aver riprodotta al daguerotipo la Sacra Icona, riprodusse in simil modo la sosta della processione in Cavajone, che riuscì in modo da raccomandare ai conterrazzani questo maestro popolare che con modico guiderdone si presta volentieri nell'arte sua. - Che Nostra Signora del S. Cuor di Gesù accompagni ovunque colla sua protezione don Guetti che parte dalla sua cura e da questa parocchia sinceramente ed universalmente pianto, ed ottenga presto a quel numeroso popolo vedovato un altro Pastore che a lui rassomigli è il desiderio di tutti ed in specie del vostro
D.