martedì 8 ottobre 2013

L'apicoltura a Stenico e in Val Algone

"L'Agricoltore", 17 giugno 1875

Stenico, 17 giugno. Il signor maestro Isaia Mussi invia notizie poco liete sull'andamento dell'Apicoltura in quel distretto, mortalità di ceppi e quasi assoluta mancanza di sciami: da questi guai andarono esenti solamente gli alveari a favo mobile e razionalmente trattati dai rispettivi possessori.
Il Signor Corrispondente dopo di avere accennato come cause della riuscita molte volte poco buona della coltura delle api il poco peso che si dà alle circostanze locali nella scelta del posto per collocare l'apiario, l'ignoranza e la negligenza dell'apicoltore nel curare le proprie api, racconta che certo Pietro di Domenico Ferrari di Stenico trasportò nel 1871 un alveare nella valle d'Algone a 3 ore di distanza da Stenico ed a 830 metri sopra il livello del mare. In quella località dove a ricordo d'uomo non erano mai state coltivate api, le ospiti novelle prosperarono, ed anche in quest'anno vi svernarono felicemente tre alveari che diedero sei sciami. Questo piccolo apiario venne collocato presso una cascina simili alla quale se ne contano altre 80 nella valle d'Algone: quale risorsa ne potrebbero ritrarre i proprietari rispettivi se imitassero ed estendessero l'esempio del Ferrari.