“La
Voce Cattolica”, 3 luglio 1888, n. 77
Giubileo
Sacerdotale. Riceviamo da Stenico:
Il giorno
primo di Luglio di quest'anno formerà un' epoca memorabile nei cuori
dei buoni abitanti di Stenico. Correva in tal dì il cinquantesimo
anniversario della consacrazione sacerdotale di don Felice Luterotti
di Trento, già da 36 anni curato di Stenico. La festa delle nozze
d'oro iniziata e promessa da quel lodevole Comune, riuscì brillante
oltre ogni aspettazione. Già la sera antecedente fu salutata la
festa con salve di mortaretti, e quel bravo corpo di pompieri
istituito e diretto dal conte Pio Triangi, improvvisava una
fiaccolata davanti alla canonica, e presentava al signor curato un
rescritto impetrato dal Vicario generale della diocesi, Monsig.
Endrici, che a nome del Vescovo partecipava un' indulgenza di 40
giorni a tutti coloro che avrebbero assistito alle messe.
Coi
replicati Evviva dei pompieri, a cui faceva eco la popolazione
raccolta sul piazzale avanti la canonica, finì il preludio della
grande manifestazione di affetto del popolo al suo pastore. Ad ore
sei del mattino seguente una scelta banda percorse il paese, suonando
allegre marcie, ed alle nove la deputazione comunale si portò in
canonica a felicitare il curato; indi tre ragazze della scuola
presentate dalle loro reverende maestre, le suore di S. Vincenzo,
recitarono tre affettuose e commoventi poesie d'occasione e offrirono
una cotta, paziente lavoro di esse e delle loro campagne.
Alle 9 ¾,
dalla chiesa parata con isfarzo s'avviò la
processione a prender il curato in canonica: Precedevano i ragazzi
con ramoscelli di quercia in mano, venivano gli uomini seguiti dai
pompieri che facevano ala alla banda, poi il clero della parocchia
col M. R. Decano di Lomaso; indi il curato circondato dai suoi
emeriti cooperatori colà convenuti da varie parti per festeggiare il
suo giubileo sacerdotale.
Entrando
in chiesa s'intuonò il Benedictus,
indi incominciò la messa cantata; al vangelo il curato celebrante
diresse commosso alcune tenere parole al suo popolo che a stento
celava le lagrime.
Il
pranzo fu allietato da numerosi e gentili convitati, e dal suono
della banda che alle ariette d'allegria alternava pezzi d'opera assai
ben eseguiti. Intanto seguiva la presentazione dei doni, e la
distribuzione dei sonetti e degli indirizzi di occasione del comune,
dei parenti e dei cappellani.
La
sera, dopo il Vespro, fu cantato il solenne Te
Deum in ringraziamento; e la festa fu
terminata con lo spettacolo dei fuochi artificiali preparati
dall'abile maestro Stefano Zanini con tanta perizia, che per un
momento ci parve essere a Trento allo spettacolo dei fuochi di s.
Vigilio.
Dio
benedica quel buon popolo col conservargli ancora per molti anni il
suo degno pastore.