martedì 8 ottobre 2013

Il giubileo sacerdotale di don Felice Luterotti

“La Voce Cattolica”, 3 luglio 1888, n. 77

Giubileo Sacerdotale. Riceviamo da Stenico:
Il giorno primo di Luglio di quest'anno formerà un' epoca memorabile nei cuori dei buoni abitanti di Stenico. Correva in tal dì il cinquantesimo anniversario della consacrazione sacerdotale di don Felice Luterotti di Trento, già da 36 anni curato di Stenico. La festa delle nozze d'oro iniziata e promessa da quel lodevole Comune, riuscì brillante oltre ogni aspettazione. Già la sera antecedente fu salutata la festa con salve di mortaretti, e quel bravo corpo di pompieri istituito e diretto dal conte Pio Triangi, improvvisava una fiaccolata davanti alla canonica, e presentava al signor curato un rescritto impetrato dal Vicario generale della diocesi, Monsig. Endrici, che a nome del Vescovo partecipava un' indulgenza di 40 giorni a tutti coloro che avrebbero assistito alle messe.
Coi replicati Evviva dei pompieri, a cui faceva eco la popolazione raccolta sul piazzale avanti la canonica, finì il preludio della grande manifestazione di affetto del popolo al suo pastore. Ad ore sei del mattino seguente una scelta banda percorse il paese, suonando allegre marcie, ed alle nove la deputazione comunale si portò in canonica a felicitare il curato; indi tre ragazze della scuola presentate dalle loro reverende maestre, le suore di S. Vincenzo, recitarono tre affettuose e commoventi poesie d'occasione e offrirono una cotta, paziente lavoro di esse e delle loro campagne.
Alle 9 ¾, dalla chiesa parata con isfarzo s'avviò la processione a prender il curato in canonica: Precedevano i ragazzi con ramoscelli di quercia in mano, venivano gli uomini seguiti dai pompieri che facevano ala alla banda, poi il clero della parocchia col M. R. Decano di Lomaso; indi il curato circondato dai suoi emeriti cooperatori colà convenuti da varie parti per festeggiare il suo giubileo sacerdotale.
Entrando in chiesa s'intuonò il Benedictus, indi incominciò la messa cantata; al vangelo il curato celebrante diresse commosso alcune tenere parole al suo popolo che a stento celava le lagrime.
Il pranzo fu allietato da numerosi e gentili convitati, e dal suono della banda che alle ariette d'allegria alternava pezzi d'opera assai ben eseguiti. Intanto seguiva la presentazione dei doni, e la distribuzione dei sonetti e degli indirizzi di occasione del comune, dei parenti e dei cappellani.
La sera, dopo il Vespro, fu cantato il solenne Te Deum in ringraziamento; e la festa fu terminata con lo spettacolo dei fuochi artificiali preparati dall'abile maestro Stefano Zanini con tanta perizia, che per un momento ci parve essere a Trento allo spettacolo dei fuochi di s. Vigilio.

Dio benedica quel buon popolo col conservargli ancora per molti anni il suo degno pastore.