sabato 19 aprile 2014

Un bravo viticoltore di Stenico: Innocente Francescotti

La Famiglia Cristiana, 19 ottobre 1894

Stenico, 17
(Un bravo viticoltore). Era da tempo che aveva intenzione di segnalare al pubblico, ed in ispecie a questi valligiani, la distintissima bravura nella coltivazione della vite di questo santese curaziale sig. Innocente Francescotti, e solo oggidì m'è dato di farlo, che l'occasione me ne venne propizia.
Una commissione di questo consorzio A.D. venne appositamente sopra luogo oggidì per constatare de visu i meriti del Francescotti; era essa composta dal m. rev.do ed onorevole presidente don Lorenzo Guetti e dal delegato consorziale m. rev.do don Giovanni Trentini. Unitisi assieme alcuni soci di qui, s'ammirò lo spettacolo imponente che davano quelle viti cariche di bellissima uva. E' impossibile che vi possa descrivere secondo il vero lo stato fenomenale di questo pingue vigneto. Tenterò almeno di dirvene alcunché.
E' situato sotto il castello di Stenico, impostura normale, loco detto alla Casolas. Non è un vigneto modello a sola coltura speciale, ma invece a coltura mista.
E' un aratorio di circa 2000 pertiche con dieci file di viti, distanti 10 metri l'una dall'altra, negli intermezzi si coltiva frumento e segala, ed in seconda coltura il frumentone o grano saraceno. Il vigneto è parte a filare perpendicolare e parte a pergola. La qualità della vite è in genere padovana o visentina, non mancano qua e là delle ceppaie di rossura ed un filare di bianca-nostrana. Dunque nulla di forestiero, nulla di speciale. Dove dunque la bravura? Ecco tutto. Il Francescotti tiene la vite anzitutto bassa, potandola in modo da lasciarvi pochissimi speroni e col capo a frutto non più lungo di sei occhi. Appena spuntano le foglioline, egli è là pronto collo solfo, e poi più tardi col solfato di rame; non si lascia mai precedere nè dall'oidium nè dalla peronospera. Basti il dire che quest'anno, così fatale per l'oidium, egli solforò più o meno fortemente oltre le dieci volte il suo vigneto.
La piazza di sotto di Stenico sul finire dell'ottocento
Oltre a ciò non manca da solerte viticoltore di fare ripetute zappature superficiali attorno al gambo delle viti, asportando tutti i tralci inutili, anzi vi fa anche la cimatura verde nei tre occhi estremi al tralcio e frutto, e così ottiene che ogni tralcio porti dai 6 ai 16 grappoli d'uva perfettamente compiuti, sani e di una fenomenale grossezza. Oggidì sono ancor là che pendono dai tralci intieramente neri e maturi, e destano invidia a tutti i conterazzani. Non è il primo anno che il Francescotti ricava un prodotto favoloso dal suo vigneto. L'anno scorso ne raccolse 32 brente come egli diceva, e quest'anno il prodotto si calcola vicino a 50 ettolitri! Ne fia già smerciato parte a Roncone per fior. 10 compresa la condotta, parte a Tione per fior. 8 l'ettolitro, a meno di sette non lo dà neppure là nel campo. In complesso sono fior. 300 lordi che egli raccoglie dal suo vigneto, e ci scommetto che in tutto Stenico nissuno fa un simile raccolto con vigneti 10 volte più estesi. La concimazione del vigneto viene fatta con stallatico mescolato a vinacce uscite dal lambicco, ché il Francescotti è ancora bravo distillatore d'acquavite. Dunque, tranne la solerte e attenta cura nel solforare ed aspergere col solfato di rame, nient'altro si fa di straordinario dal Francescotti. Tutto questo non si potrebbe fare da tutti? Dico il vero che se tutti i vigneti di Stenico e del Banale, del Bleggio e del Lomaso, fossero carichi d'uva come quello del Francescotti, in tutte le Giudicarie non si troverebbero botti a sufficienza per contenere il graspato, ed invece che fior. 8 si pagherebbe forse un fiorino; ma almeno si trovasse qualche imitatore! Sarebbe ben desiderabile! Credo che il Consorzio A.D. stia preparando un premio al Francescotti; certamente è ben meritato; ma un premio più bello per lui certo non v'ha di quello d'essere il modello dei viticoltori pratici in questo distretto. Se avessi in pronto una macchina fotografica da riprodurre al vero un pergolato di questo vigneto e così metterlo sott'occhio al lettore, sarei creduto; senza di questa è impossibile far credere che in questi paraggi sia caduta tanta grazia di Dio! Lode, plauso, e premio al nostro Innocente Francescotti, che sa far vedere quanto può una razionale coltura.
Ip.