venerdì 22 novembre 2013

L'incendio di Senaso

"La Gazzetta di Trento", 14 novembre 1868

Stenico, 10 novembre
(Nostro carteggio particolare)

Ieri sera questo distretto è stato funestato da uno di quei sinistri che sì di frequente, pur troppo, desolano il nostro paese e sempre lo desoleranno finché la volontà risoluta e concorde di coloro che sanno e possono, non provveda alla ricostruzione del caseggiato de' nostri villaggi, che è una vera compassione, e non ne bandisca una volta i tetti di paglia o di assiti, così detti a scandole, in merito ai quali a questi poveri nostri paesani non è nemmeno consentita la quiete de' loro sonni, ché sanno d'aver sospesa sul capo sempre questa tremenda spada di Damocle, ch'è per essi l'incendio; l'incendio che quì, nonché limitarsi come altrove, ove le abitazioni rispondono un po' meglio al loro scopo, e sono quello che si dicono, umani abitatori, distrugge in poco d'ora dacché divampa tutto intero il paese, senza possibilità di nulla sottrarre alla voracità delle fiamme, perciò appunto che queste trovano esca si grande negli infelici nostri tuguri, che potranno tra noi sussistere ancora per la neghittosità di cui tocca colla parola e coll'opera provvedere, ma sussistendo saranno sempre, come sono, un vero insulto allo spirito umanitario-progressista che vorrebbe essere il vanto del nostro tempo.
"La Gazzetta di Trento", 27 novembre 1868
Senonché io spreco fiato, veramente lo spreco in queste dissertazioni le tante volte e inutilmente ripetute; sicché passo senz'altro a riferirvi il caso doloroso; si registrerà anche questo, e basta.
Il fuoco divampò alle 8 circa d'ieri sera a Senaso, frazione del Comune di San Lorenzo. Per le ragioni che tutti sanno e che testé mentovate, quando si è detto il fuoco divampò, qui tra noi è tanto come dire il paese fu dato in preda alle fiamme. In fatto appiccandosi di casa in casa, da tetto a tetto, il fuoco investì ben presto tutto il paese, e tutto lo distrusse non essendone andate illese che la piccola Chiesa ed una casipola isolata ed alquanto discosta dal gruppo di quelle formanti il grosso del villaggio. Così in breve ora l'incendio predò e ridusse in cenere ben 30 case, nelle quali per colmo di sventura stavano raccolte appena le entrate di grani e foraggi ed altro, costituenti tutto il bendidio di que' poveri frazionisti, che così vanno a trovarsi come senza tetto anche senza pane, nel venir appunto della cattiva stagione. Sono circa quaranta famiglie sbalzate a questo modo nella sciagura, costrette a mendicare perfin l'asilo ne' paesi vicini.
Reputo superfluo dirvi alcun che sullo strazio della scena luttuosa; mi limito a rilevare che se non altro non vi si ebbe a deplorare alcuna vittima umana, ma ciò pure per un capello, ed a merito particolare della Gendarmeria accorsa prontamente sul luogo, e che a salvare i pericolanti come a prevenire maggiori disgrazie adoperossi con tale impeto generoso di sforzi, con coraggio tale, e tale infaticabile zelo intelligente, da aver posto nel cuore di quanti ebbero ad assistervi le radici di una profonda eterna gratitudine. Non mancarono però, si deve pur dire, le coadiuvazioni più ancomiabili di parecchi compaesani; ed è, ripeto, agli sforzi uniti di questi e de' valorosi gendarmi, e particolarmente di due di essi di cui m'è sfuggito il nome, se non s'hanno a deplorar vittime, e tre vite anzi che gravemente pericolarono, sì che s'ebbero un momento come perdute, poterono esser salve, e tra queste una povera vecchia quasi ottantenne che già erasi tenuta per morta.
Quanto al danno io manco fin qui di estremi per potervene esattamente ragguagliare, ma ad un calcolo approssimativo ritiensi che in tutto, comprese le derrate distrutte, possa salire ai 20 mila fiorini incirca. Per buona ventura tutte le case, o quasi tutte erano assicurate.
Ora che vi scrivo, sulla faccia del luogo sta la desolazione; non va però tacciato come a rilevar per quanto possibile gli spiriti, e dar opportune disposizioni di estemporanea necessità, contribuisse la presenza dell'I. R. Commissario Capitanale Kefler, colà con rara sollecitudine sbalzato già stamane per tempissimo, e con quell'interesse veramente amato che in altri consimili infortuni lo distinse. (Continua)