lunedì 4 novembre 2013

L'incendio di Bono

"La Gazzetta di Trento", 19 luglio 1860

Stenico 16 luglio
(Nostro carteggio particolare)

Quest'oggi nel pomeriggio il villaggio di Bono veniva colpito da una tremenda sventura.
Verso le ore 3 p.m. un incendio si manifestava nelle case a mattina del paese e precisamente in quella del D.r. Pietro Onorati od in quella degli eredi fu Guglielmo Onorati, circostanza questa non ancora chiaramente rilevata giacché quando l'incendio fu avvertito erasi di già dilatato. Il disastro avvenne durante le funzioni vespertine, per cui gran parte della popolazione trovavasi alla Chiesa parrocchiale, distante allo incirca 20 minuti di cammino. A questa circostanza vuolsi attribuire il rapido dilatarsi dell'incendio, il quale in breve ora avea investito tutto il paese, ad eccezione di due case, coperte a coppi, che furono in parte salvate. Cinquantacinque famiglie rimangono prive di tetto e rimangono consumati oltre i mobili anche in gran parte le frugi del primo raccolto. Il danno complessivo ascende a circa fiorini austriaci 37000. Quasi tutti i fabbricati sono assicurati presso il patrio istituto.
Ma pur troppo, oltre al danno delle sostanze si hanno a deplorare vittime umane.
Filippo Onorati e sua sorella Lucia, trovati in un avvolto privi di sensi, vennero estratti dalle fiamme mercé la cooperazione dell'i.r. Gendarme Francesco Cromst, di Eleuterio Serafini, Francesco Bellotti e Luigi Serafini di Vergonzo, i quali in tali circostanze esposero a pericolo la propria vita. Prodigati a questi infelici tutte le cure, riuscirono inutili per Filippo Onorati, già fatto cadavere per asfissia. La di lui sorella Lucia, oggi sera è moribonda.
Alberto Gusmerotti, desolato per la mancanza di sua figlia Fiore, col coraggio della disperazione si lanciò nella propria casa già investita dalle fiamme, e non trovata la figlia, nel fuggire il fuoco si appiccò alle di lui vesti. Oggi sera, l'infelice padre si trovava in istato di paralisi a tutto il corpo, lasciando poche speranze di vita.
In eguale stato trae Girolamo Onorati, in causa di estesissime ustioni a tutto il corpo.
Luigi Devilli da Cavrasto, avvertito che nella casa di Antonio Parisi, già investita dalle fiamme, si trovava il fanciullo di 18 mesi Romedio Parisi, con una annegazione superiore ad ogni encomio, penetrò per ben tre volte nella casa a cercarvi il bambino, esponendosi al più evidente pericolo, e riportando una estesa ustione ad un braccio. il suo coraggio era meritevole di miglior successo, giacché non gli venne dato di salvar dalle fiamme altro che il cadavere già abbrustolito del bambino Romedio Parisi.
Il paese presentava un aspetto di straziante desolazione. Oltre gli individui suaccennati si distinse in tale incontro l'i.r. Gendarmeria e segnatamente il gendarme Francesco Cromst, il quale contribuì pure a salvare da certa morte Maria Foradori, che, essendo pazza, non si dava cura di porsi in salvo.
Speciale elogio vuolsi attribuito al Rev. sig. Parroco del Bleggio, don Pellegrino Merli ed ai Rev. suoi Cooperatori per la premura con la quale accorsero sul luogo dell'infortunio a prestare i conforti di nostra santa religione agli infelici che ne rimasero vittima.
Devesi all'attività dell'i.r. Geometra delle mappe Ferdinando Krollop e del signor aggiunto d'Ispettorato Rodolfo Schwarz, il salvamento dell'intero operato della misura catastrale.
La causa di tanto sinistro è tuttora ignota. Si stanno però proseguendo i rilievi.